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The clean solution

Gestione corretta dell’igiene nel settore della Sanità

come l’esperienza MEIKO può fare la differenza

Mai come in questa importante fase storica si pone l’attenzione all’importanza dell’igiene e della salubrità degli ambienti e delle superfici, in qualunque contesto. Il fine, come è ormai noto, è quello di contenere al massimo il rischio di contaminazione e contagio da Coronavirus, ma non solo. In generale, un approccio proattivo ed evoluto all’igiene contribuisce in modo cruciale all’aumento del benessere in ogni tipo di spazio, e in particolar modo in quelli più complessi e delicati, come la Sanità.

Si pensi ad esempio alle problematiche molto gravi che, nel corso del 2020, hanno afflitto le RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) e le case di riposo sull’intero territorio nazionale. Queste strutture non-ospedaliere ma comunque a impronta sanitaria, introdotte in Italia per la prima volta a metà degli Anni Novanta, hanno il compito di ospitare al loro interno, sia per periodi circoscritti che a tempo indeterminato, persone non più autosufficienti, che non hanno la possibilità di beneficiare di una adeguata assistenza domiciliare oppure necessitano di terapie specifiche e assistenza di tipo sanitario.

L’emergenza COVID-19 ha causato un drammatico incremento di contagi all’interno di queste strutture, portando alla situazione attuale in cui l’ingresso a parenti e visitatori risulta proibito ad eccezione di casi strettamente indicati dalla direzione e, fermo restante, l’impiego di tutti gli opportuni protocolli di sicurezza.

Tuttavia, è molto importante precisare che il Coronavirus non è la sola problematica con cui il settore della Sanità si trova a dover gestire su base quotidiana. Un esempio estremamente interessante e di importanza vitale in questo senso è rappresentato dal Clostridioides difficile.

Il Clostridioides difficile: una vecchia conoscenza da gestire in modo nuovo

Il Clostridioides difficile era fino al 2016 conosciuto con il nome di Clostridium difficile. Si tratta, nello specifico, di un batterio patogeno per l’uomo con diversi fattori di virulenza: enterotossina (ossia una proteina tossica prodotta da particolari ceppi batterici), spore e ialuronidasi (ossia enzimi in grado di abbassare la viscosità dell’acido presente nella barriera intestinale, aumentando la permeabilità del tessuto).

L’infezione da C. difficile ha opzioni terapeutiche limitate e rappresenta una minaccia significativa per la salute pubblica, rientrando nella lista dei principali patogeni resistenti agli antibiotici secondo il report pubblicato nel 2019 dal CDC (Centers for Disease Control and Prevention).

Il batterio causa ogni anno circa 30mila decessi negli Stati Uniti e in Europa, con una incidenza in aumento, e le sue recidive rappresentano il 10-15% di tutte le infezioni correlate alla sanità negli ospedali.

Nell’ambito delle infezioni associate alle cure sanitarie, il Cd è causa del 70,9% di quelle a carico dell’apparato gastrointestinale, mentre germi come Stafilococco aureo, Klebsiella pneumoniae, Escherichia coli e altri sono solo sporadicamente presenti, con discreta variabilità nelle diverse nazioni; nell’ambito dei paesi europei, l’Italia si colloca al terzo posto dopo Inghilterra e Francia, seguita dalla Germania e dalla Spagna (1)

1(fonte: Magill SS, Edwards JR, Bamberg W, et al. Multistate point-prevalence survey of health care-associated infections. N Engl J Med 2014; 370: 1198-208)

Le infezioni ospedaliere da Clostridium difficile: un problema emergente

Per quanto riguarda l’Europa, il risultato di due diverse ricerche (NCBI ricerca 1 e NCBI ricerca 2 )  condotte nel biennio 2016-2017 sia negli ospedali che nei centri di lungodegenza indicano che il Clostridioides difficile è responsabile di un tasso di infezione che va dal 4.4% al 7.3% dei casi.

Diverse personalità conosciute nell’ambito medico hanno studiato e monitorano costantemente il problema delle infezioni da Clostridioides difficile dettando le regole di prevenzione nonché della cura.

Ne parla la dottoressa Enrica Martini dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona a, nel suo articolo “Clostridioides difficile: un nuovo nome per una vecchia conoscenza”, indicando le linee guida di base per la corretta prevenzione da questo patogeno.

“Per la prevenzione delle infezioni da Clostridioides difficile gli operatori sanitari devono affidarsi alle sempre valide regole dell’igiene delle mani, del corretto uso dei guanti, delle procedure di disinfezione/sterilizzazione dei dispositivi, della sanificazione ambientale”.

Dottoressa Enrica Martini

Rafforzano l’importanza della prevenzione del Clostridioides difficile, anche gli studi e le indicazioni dell’istituto tedesco “The Robert Koch-Institute (RKI) “, che raccomanda di strofinare, pulire e disinfettare le superfici di contatto (e.s. comodini, cornici del letto, aree umide e sanitari, servizi igienici, maniglie di porte e finestre) che si trovano in prossimità dei pazienti (clicca qui per leggere il testo completo)

Ovunque, e in particolare all’interno di una struttura sanitaria, il rischio di infezione o contaminazione non può essere sottovalutato e le misure di controllo relative ai contagi andranno dunque attuate con attenzione e continuità, così da incrementare il grado di sicurezza di operatori, pazienti e visitatori.

In questo senso, le soluzioni di lavaggio e disinfezione messe a punto da MEIKO possono rappresentare un valido alleato nella conservazione del corretto grado di igiene e nella protezione dal Clostridioides difficile.

L’eccellenza MEIKO nella prevenzione del Clostridioides difficile

Le soluzioni MEIKO incrementano il grado di sicurezza delle RSA e delle strutture sanitarie in genere, garantendo elevati standard di igiene nel trattamento degli strumenti sanitari.

La modalità da impiegarsi sarà quella di disinfezione termica, nel pieno rispetto della normativa EN ISO 15883.

MEIKO garantisce il massimo grado di igiene, e dunque di sicurezza non soltanto da COVID-19 ma anche nella prevenzione dei contagi da Clostridioides difficile, grazie alla sua tecnologia di lavaggio che include anche la disinfezione termica degli strumenti trattati e del tutto il circuito interno della macchina stessa.

E anche laddove gli operatori delle RSA si trovino a dover gestire pazienti con infezione da Clostridioides difficile già conclamata, il lavaggio ad alta performance e disinfezione garantita assicurati dalla tecnologia MEIKO rappresenta un alleato cruciale anche grazie al cosiddetto “effetto rimozione”, che ha come risultato quello di ridurre le spore.

Le apparecchiature di disinfezione e lavaggio a marchio MEIKO vantano infatti una speciale progettazione a livello delle camere di lavaggio, in cui l’effetto rimozione sui contenitori e accessori sanitari è combinato ad un effetto autopulente della camera stessa, nonché una disinfezione non solo degli utensili trattati ma anche dell’intero circuito interno della macchina nel corso del singolo ciclo di lavaggio e disinfezione.

Realizzata in acciaio inossidabile, la camera di lavaggio è studiata in modo tale da garantire una rimozione completa di ogni traccia dell’acqua di lavaggio.

Nello specifico, l’acqua viene utilizzata nella fase iniziale, durante la quale la macchina assicura l’impiego del massimo sforzo meccanico per eliminare gli agenti patogeni.

Successivamente, la disinfezione termica ricondiziona in modo certo e affidabile il 100% degli accessori sanitari trattati.

La disinfezione termica si considera raggiunta quando tutte le superfici da disinfettare sono state sottoposte a un processo che fornisce un A0 pari ad almeno 60 (che misura l’efficienza della distruzione di microrganismi mediante un processo di disinfezione con calore umido), un processo tutt’uno completamente automatico

La garanzia del raggiungimento del valore A0 60 per eliminare in toto la presenza di patogeni da queste superfici lo richiede la normativa EN ISO 15883-3:2006 (certificazione Topic - certificazione TopLine). Tutte le apparecchiature MEIKO non solo rispettano in pieno questo valore ma vanno oltre, fornendo un valore A0 600 mettendo al sicuro anche dal Covid-19.

La nostra collaborazione

Al fine di garantire il miglior risultato possibile nella pulizia e igienizzazione di strumenti sanitari particolarmente sfidanti, come le padelle, pappaglli e vari accessori sanitari  MEIKO ha inoltre collaborato con il Consulting Centre for Hospital Epidemiology and Infection Control di Friburgo per definire il protocollo operativo ideale di gestione delle padelle

Un protocollo che indica le sette procedure, passo dopo passo a partire dal posizionamento della padella  dopo l’utilizzo dell’ospite e/o paziente fino alle procedure che l’operatore sanitario dovrà svolgere dopo aver assistito il paziente.

Entra in contatto con gli specialisti MEIKO per individuare la migliore soluzione di lavaggio per ogni situazione.